Come sempre, Seth Godin ci offre spunti interessanti sulla differenza tra permission marketing e marketing vecchio stile.
In questo post infatti vediamo due esempi di newsletter: nel primo esempio, c’è una persona reale che parla dei suoi prodotti, li recensisce, risponde ai commenti e alle mail. E soprattutto, nel primo esempio c’è una newsletter cui Godin si è abbonato con l’opt-in. Se e quando sarà interessato a quei prodotti come cliente, non ci sarà bisogno di cercare fornitori: la vendità è già fatta.
Nell’altro esempio, invece, abbiamo una newsletter sullo stesso prodotto. Una newsletter cui Godin non si è mai iscritto.
La differenza tra i due approcci è chiara: in un caso, permission marketing. Nell’altro, qualcosa che pur se tecnicamente può anche non essere SPAM, nella pratica viene trattato dal destinatario come tale. L’approccio di Godin è radicale, su questo punto. Da “cliente” o “prospect”, mi capita spesso di ricevere mail non richieste. Se si tratta però di servizi cui potrei essere interessato, o rilevanti per la mia attività, francamente non mi preoccupo di non essermi mai iscritto ma del contenuto, del tono del messaggio e delle informazioni contenute. E giudico – e agisco – in base a quelle.